L’arte della Psicoterapia necessita molto spesso di prospettive ben diverse da quelle ordinarie alle quali siamo abituati; nel momento in cui si entra nel campo dei problemi umani e delle relazioni tra persone abbiamo la necessità di abbandonare gli insegnamenti di buon senso e quelli basati sulle così dette logiche ordinarie. Infatti, se queste ultime possono esserci di aiuto in una serie innumerevole di altri campi, non lo sono quasi mai quando noi Psicoterapeuti ci troviamo a risolvere i problemi altrui (e anche nostri). I problemi umani molto spesso si sviluppano e si alimentano sulla base di logiche che niente hanno a che vedere con l’ordinarietà, e nella risoluzione di tali problemi la Psicoterapia è chiamata ad intervenire proprio sfruttando le stesse logiche. Come ci insegnava infatti già Ippocrate: “Similia similibus curantur”, il simile cura il simile; ergo, la struttura della soluzione dovrà ricalcare quella del problema.
Per logiche non ordinarie si intendono essenzialmente la Logica del Paradosso, quella della Contraddizione e quella della Credenza, che in ultima analisi rientrano nella più vasta area della Logica dell’Autoinganno. Parliamo di autoinganno proprio perchè non esiste una realtà passibile di essere conosciuta in modo oggettivo visto che, nel momento in cui interagisco con essa, la contamino e mi contamino al tempo stesso. Dunque, tutto è autoinganno. Ognuno di noi, in ultima analisi, si convince di conoscere la “vera realtà” attraverso i propri sensi, ma questa convinzione cade proprio in virtù del fatto che “l’unica certezza è che non ci sono certezze” (Buddha) e che esistono tante realtà quanti sono gli osservatori in gioco. In questo processo, ognuno di noi seleziona spontaneamente le informazioni sulla base delle sensazioni che ci permettono di gestire in modo funzionale la realtà. Come si può ben capire questo è un processo adattivo che niente ha in sé di negativo, ma che ci conduce in trappola nel momento in cui non riesco a gestire i miei autoinganni, nel momento in cui essi non calzano.
La Psicoterapia in questo senso diviene proprio l’arte di sostituire un autoinganno disfunzionale con uno funzionale, che calzi e che ci permetta di sentirci in armonia con noi stessi, con gli altri e con il mondo. Ecco quindi che entrano in gioco le logiche menzionate prima, per mezzo delle quali possiamo ottenere un cambiamento della situazione problematica, altrimenti non attuabile. Sfruttando il potere dell’ambivalenza, la forza comunicativa del linguaggio analogico e ingiuntivo, l’inganno sottile di stratagemmi terapeutici, si arriva, quasi come per magia, allo sblocco della situazione problematica, che proprio su tali meccanismi si struttura e si autoalimenta. L’orientamento breve strategico prevede infatti una precisa focalizzazione sui meccanismi che mantengono il problema, così che la persona possa essere aiutata ad uscire dalla sua sofferenza nel minor tempo possibile. Questo tipo di intervento non si rivolge alla ricerca delle “cause” ma alla “soluzione” dei problemi, ossia ad un deciso mutamento delle dinamiche relazionali e comunicative e permette, caso per caso, di scegliere la strategia più adatta per affrontare e risolvere le più importanti patologie su scala individuale, familiare e aziendale. Inoltre la terapia Strategica non mira solo al cambiamento; la fase più importante è infatti quella dedicata al consolidamento dei risultati, attraverso un processo di apprendimento e infine di acquisizione degli stessi. La cosa più sorprendente è che il potere di tali strategie è applicabile non solo quando noi terapeuti siamo chiamati ad intervenire sui problemi dei nostri pazienti, ma anche, e sopratutto, su noi stessi, sulla nostra persona. Per cui, alla fine del viaggio, non avremo migliorato solo la qualità di vita delle persone che ci chiedono aiuto, ma incredibilmente anche la nostra.
Questo vasto panorama ci mostra quindi come la Terapia strategica si possa adattare ad ogni tipo di problema o situazione di vita e come grazie a questa sua caratteristica risulti inevitabilmente vincente. In natura non esiste forza più grande di quella dell’acqua, capace di adattarsi e modellarsi a seconda delle diverse situazioni, assumendo talvolta un aspetto solido, altre volte liquido, altre volte ancora gassoso. Questo, usando una metafora, è quello che sempre la Terapia Strategica riesce magicamente a fare.
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